Riflessioni sparse

Di tutto, di più

Alexandre Dumas

NO, non possiamo tradurre qualsiasi cosa in qualunque settore e il fatto che non ci siano mai state contestate delle traduzioni non significa proprio nulla.
Non parlerò di clienti di livello superiore, o agenzie specializzate che pagano bene, di professionalità e simili, non perché non siano aspetti verissimi e interessanti, ma perché in rete potete trovare un numero infinito di articoli di persone molto più autorevoli di quanto non sia io che spiegano benissimo questi concetti.
In compenso vi parlerò di quello che ho scoperto personalmente sul perché specializzarsi e tradurre in pochi settori sia decisamente meglio che essere tuttologi:

1) Mi dispiace, ma se scrivi un testo di cui non capisci il senso si vede, non c’è scampo e se traduci qualsiasi cosa in qualunque settore, le probabilità di dover gestire un testo di un argomento che non conosci o, peggio, che non capisci, sono incredibilmente alte.
Se per tradurre fosse sufficiente usare il dizionario e tradurre parola per parola, chiunque potrebbe fare il traduttore e Google translate ci avrebbe già fatto estinguere tutti.

2) Non dover passare le ore a cercare termini completamente sconosciuti non ha prezzo.
Tuttavia, se devo cercare una parola che non conosco so quali fonti posso consultare e quali non sono affidabili.

3) Mi accorgo subito se nel testo di partenza c’è un errore, anche tecnico (questo sì che è fighissimo, poter segnalare al cliente che nel testo di partenza, ad esempio nella descrizione di una macchina, c’è un errore nella spiegazione del funzionamento).

4) Ho la possibilità, materiale e in termini di tempo, di tenermi aggiornata facendo corsi, leggendo riviste e libri di settore. A meno di non possedere il time turner di Hermione, non è possibile studiare e tenersi aggiornati su tutto lo scibile umano.

5) La soddisfazione di andare a fiere e meeting di settore e poter parlare con gli operatori da pari, facendo domande intelligenti e interventi sensati. Sapere che ci interessano le stesse cose, che probabilmente leggiamo le stesse riviste e gli stessi libri o poterci consigliare l’un l’altro letture, eventi e corsi.

E voi, siete tuttologi felici o avete deciso di seguire la retta via, quella che chissà perché consigliano tutti, e vi siete specializzati?

6 pensieri su “Di tutto, di più”

  1. D’accordo con te/voi!

    Pensa che il mese scorso, una ragazza di cui ho analizzato (insieme a una collega) il “resoconto di fine stage” è tornata tutta gioiosa da questo tirocinio in un’agenzia spagnola con alcuni suggerimenti “base” che la dirigente aveva dispensato.

    Ovvero, per la sua redditività a lungo termine, il traduttore:
    – deve poter offrire servizi in tanti campi diversi;
    – non deve dire sempre “NO” e non deve aspettare di essere esperto in un campo prima di accettare un lavoro altrimenti non mangerà mai…;
    – viene considerato più professionale se il cliente vede che fa traduzioni in vari settori;
    – la specializzazione non è fissa ma è possibile variarla e modificarla nel tempo.

    E la revisione del tuo lavoro da un esperto, visto che tu non lo sei e accetteresti qualunque cosa?
    E la specializzazione in base a cosa? Per quanto? Come? La ragazza diceva di volersi specializzare in economia e finanza perché è il settore che “paga meglio”… andiamo bene…
    Le associazioni professionali?

    Boh…

    Ora, se è vero che all’inizio abbiamo tutti, magari, fatto l’errore di accettare un progetto in cui non avevamo proprio un’esperienza decennale (con le conseguenze che sappiamo), e se è vero che è del tutto normale avere *alcuni* (non molti né tantomeno moltissimi) campi di specializzazione…

    Come puoi suggerire a una ragazza di accollarsi, per es., la traduzione di 3 manuali da centinaia di pagine di macchine agricole altamente specializzate (compresa la DTP e tutto il trallalla!!!) senza avere un minimo di esperienza nel settore?!?! Va bene la revisione, ma lo trovo comunque rischioso…

    E poi, certo, mi specializzo per 10 anni in finanza e a 40 anni mi sveglio una mattina e dico: tiè! Oggi mi butto sulla cosmetica, fosse mai che tra creme antirughe e unguenti, ringiovanisco pure! E vai con altri 10 anni di specializzazione…
    Puoi avere varie specializzazioni perché in passato hai lavorato in quei settori o puoi specializzarti in un settore e adattare i tuoi servizi e competenze al mercato che cambia (magari aggiungendo piccole competenze come un traduttore in campo IT che s’è stufato dei manuali e schede tecniche e si avvicina pian piano a descrizioni di prodotti a scopo divulgativo — dico per dire), ma da là a cambiare direttamente la specializzazione dopo X anni che ci lavori…

    Forse sono io a non averci visto nulla di positivo in questa “forma mentis” ed è, sfortunatamente, con questa idea edulcorata e tuttofare che alcuni giovani escono da scuola.

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