Le renne che a noi sembrano un elemento inscindibile dalla figura di Babbo Natale, sono un elemento relativamente recente del folklore natalizio.
Le prime otto renne fanno la loro prima comparsa in una poesia del 1823. La poesia è anonima, ma viene attribuita a Clement Clark Moore, un insegnante di lingue newyorkese, che avrebbe scritto la poesia per rendere felici i suoi sei bambini. Nell’intento dell’autore la poesia sarebbe dovuta rimanere privata, ma un’amica la fece pubblicare in forma anonima su un quotidiano di New York.
I nomi delle renne sono Dasher, Dancer, Prancer, Vixen, Comet, Cupid, Donder (o Donner) e Blitzen. La poesia contiene inoltre gran parte dell’immaginario moderno sul Natale.
Potete trovare il testo integrale della poesia A visit from St. Nocholas, qui.
Al gruppo di renne volanti, perché le renne di Babbo Natale non sono semplici renne, nel 1939 si aggiunge una nona renna, nata dalla penna di Robert L. May, che in un libro per bambini racconta la storia di una piccola renna derisa dalle compagne per il suo naso rosso, che verrà poi scelta da Babbo Natale per illuminargli la strada durante una tempesta di neve. La nona renna si chiama Rudolph (Rudolph the Red-Nosed Reindeer) ed è protagonista anche di numerose canzoni.
Una curiosità: in Australia il Natale arriva nel bel mezzo dell’estate, quindi solitamente viene festeggiato in spiaggia con un pranzo a base di pesce. Secondo la tradizione in Australia Babbo Natale lascia riposare le sue renne e usa i canguri.