Riflessioni sparse

Alive and Kicking

Rieccomi! Dopo una settimana di silenzio digitale eccomi di nuovo qui a scrivere.
Ecco com’è andata: come tutte le settimane, venerdì 14 ho fatto il punto del lavoro svolto in settimana (vecchie abitudini d’ufficio, il lunedì si fa la programmazione, il venerdì si tirano le somme), con mio immenso orrore mi sono resa conto che non avevo portato a termine nemmeno la metà della mia lista di cose da fare; sulle prime la scusa era già pronta, del resto era stata una settimana di imprevisti, uno dietro l’altro: l’ufficio sotto casa in ristrutturazione (per l’ennesima volta in un anno), che sembra una sciocchezza, ma nel mio condominio deve essersi sparsa la voce che lavoro da casa e che quindi sono più o meno sempre reperibile, cosa che mi ha fatto diventare una sorta di portinaia. Non è facile concentrarsi tra la milionesima scampanellata e il rumore continuo del martellare degli operai. Poi c’è l’ennesimo giovedì dal dentista, la riunione a scuola di mio figlio, la tallonite che da due mesi non mi dà tregua (cosa che non viene certo migliorata dalle maratone in fiera), insomma, ci sono settimane dove tutto sembra congiurare contro la concentrazione. Sì beh, bella scusa! Infatti normalmente lavoro in completo isolamento come un monaco trappista! Già il sabato riflettevo sul fatto che in settimana sono stata attivissima sui gruppi di lettura che frequent(av)o. Belli i gruppi di lettura, un insieme (quasi) infinito di persone che condividono i tuoi interessi, a cui piacciono i libri che piacciono a te, con cui discutere e scambiarsi consigli di lettura. Peccato che di libro in libro, di consiglio in consiglio le ore passano in un lampo.
Così sabato sera ho fatto una scelta radicale: ho deciso di staccare del tutto e ho scritto il post in cui comunicavo la settimana di silenzio digitale.
Prima di chiudere tutto sono entrata nel mio profilo facebook e ho fatto un po’ di pulizia: ho eliminato tutti i giochi (ne ho salvato giusto uno), ridotto all’osso i gruppi di lettura, disattivato le notifiche di tutti gli amici con l’abitudine di postare anche quante volte respirano, disattivato le notifiche di tutti i gruppi, pagine e affini, salvo quelli di lavoro.
La mia pulizia digitale non è stata molto più di questo (il che già mi dice che la mia è una dipendenza molto relativa): ho profili su vari social, ma non sono attiva su nessuno ad esclusione di facebook, il cellulare spesso e volentieri non so nemmeno dove sia, controllo la posta elettronica ogni due o tre ore se sono al pc, ma se sono fuori ufficio la controllo giusto una o due volte al giorno e poi alla sera.
Sono stata completamente offline (con l’eccezione della posta elettronica) fino a giovedì sera, poi, visto che avevo terminato con largo anticipo la mia to do list, mi sono concessa una sbirciatina a facebook e al blog.
Ho scoperto due cose: se uso facebook strettamente per lavoro, 30-40 minuti di navigazione sono più che sufficienti, scrivere sul blog mi è mancato. A dire il vero ho scoperto anche una terza cosa, mi sono mancate le colleghe con cui interagisco più o meno quotidianamente e non è un caso se la mia mezz’ora di facebook l’ho passata a recuperare i vari post pubblicati, né se gli unici momenti in cui ho avuto voglia di collegarmi a facebook sono stati quelli in cui avevo bisogno di un consiglio su qualche punto di una traduzione e per altre questioni di lavoro. Perché si chiama networking, ma significa colleghi d’ufficio, perché dopo un po’ è come lavorare in un enorme ufficio con tantissimi colleghi e stare completamente offline è come trovarsi all’improvviso a lavorare in un ufficio vuoto (avete mai provato a tornare nel vostro vecchio ufficio, mezzo smantellato a lavorare, soli, per terminare le ultime richieste prima che l’azienda chiuda definitivamente i battenti? Più o meno la stessa cosa).
Ho anche avuto modo di riflettere sul mio blog, ma questo ve lo racconto domani.
Stay tuned.


2 pensieri su “Alive and Kicking”

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