Riflessioni sparse

Traduttore: mi costi, ma quanto mi costi?

Vita Freelance

Tra le mille e più cose che sto facendo in questo periodo, c’è la manutenzione del mio sito. Oltre a cercare di dargli un aspetto carino, la sezione che sto studiando come migliorare è quella dei servizi, perché le fotografie belle e le scritte colorate vanno bene, ma se chi arriva sul sito non capisce che servizi offro tanto vale. Per questa manutenzione sto seguendo, tra gli altri, alcuni consigli che ho letto in un post di Enrica Crivello per C+B (qui): una lista di sezioni irrinunciabili e fra queste Enrica Crivello mette “il posto dove dici i prezzi” con un’esortazione

Non protestare e metti nero su bianco questi maledetti prezzi.

Quando ho creato il sito, circa tre anni fa, ho notato che alla voce prezzi tutti i traduttori mettono la frase di rito: La tariffa applicata per le traduzioni varia in base a moltissimi fattori e bla, bla, bla. In pratica: il prezzo non te lo dico, contattami e vedremo. Come se il prezzo fosse un segreto da tenere nascosto.
La cosa non mi ha convinta molto, ma mi sono adeguata. In compenso, in questi tre anni, ho perso il conto del numero di interventi su forum, gruppi Facebook, liste varie, di lamentele da parte dei traduttori più esperti sui prezzi stracciati che circolano “da un po’ di tempo a questa parte”, perché, ovviamente, i prezzi stracciati li fanno sempre e solo quelli nuovi. Mi sono sempre chiesta, a questo punto, perché non dichiarare pubblicamente, e non solo nei forum, i prezzi praticati, perché non scrivere alla sezione prezzi del proprio sito quanto costa una traduzione standard (documento word o comunque editabile, senza urgenze o richieste accessorie), poi le mille e più varianti si concorderanno con il cliente in fase di preventivo, ma non raccontiamocelo, la traduzione standard  ha un solo prezzo, non me ne posso inventare mille e più. A meno di non offrire più servizi di un’agenzia, nel qual caso complimenti, il mio listino avrà una decina di voci o poco più.

Poi qualche mese fa è nato il sito Punto F di Francesca Manicardi, che ho anche avuto il piacere di conoscere, e mirabile visu, Francesca indica i prezzi di partenza di tutti i servizi che offre. Non c’è una frasina precotta, non c’è nulla di vago, c’è una pagina per ogni servizio, ogni servizio viene spiegato per filo e per segno ivi compreso il prezzo di partenza, oltre a cosa è incluso e cosa non lo è nel suddetto prezzo. È un’incredibile operazione di trasparenza nei confronti dei clienti, ma anche nei confronti dei colleghi. Certo, nessuno mi garantisce che poi Francesca non venda la sua traduzione per due spicci, ma onestamente sarebbe assurdo. In compenso il cliente che visita il suo sito sa già cosa aspettarsi, sa quanto gli costa, ad esempio, un’ora di interpretariato, qual è la tariffa minima, cosa include la tariffa, sa persino quali sono le tempistiche organizzative necessarie.

La mia pagina dei servizi è ancora in fase di elaborazione, ma so già che una volta terminata (verso metà giugno) assomiglierà a quella di Francesca, perché la sua filosofia mi piace (anche il sito a dire il vero, ma non è che posso copiarlo proprio tutto) e perché sono convinta che se tutti dichiarassimo altrettanto esplicitamente i prezzi che pratichiamo, allora le lamentele calerebbero drasticamente, non potremmo più raccontare nei forum che quelli che sbracano con i prezzi sono sempre e solo i novellini e poi lavorare per due centesimi a parola, non potremmo più raccontare che per meno di €50 a cartella non ci alziamo nemmeno a meno che non sia proprio vero.
Chiara Bartolozzi di One Sec Translation ha lanciato la campagna #TheHonestFreelancer (qui), quale opportunità migliore di aderire, non solo a parole, alla sua iniziativa iniziando a dichiarare pubblicamente il costo dei propri servizi.

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3 pensieri su “Traduttore: mi costi, ma quanto mi costi?”

  1. Ciao Debora! Ho appena scoperto il tuo blog… complimenti, una fonte infinita di ispirazione!
    E grazie anche per il post, l’ho trovato molto interessante e ricco di spunti di riflessione. Per me, traduttrice e interprete novellina, questa politica di apertura sui prezzi è un po’ una ventata di aria fresca. Certo, un’idea sulle tariffe abbastanza chiara sulle tariffe e su cosa sia professionale ormai ce l’ho ma fa bene confrontarsi apertamente e controllare di essere sulla strada giusta. E credo che ci fosse maggiore trasparenza al riguardo, tanti giovani che cercano di avvicinarsi alla professione in modo serio farebbero meno fatica a ritagliarsi il proprio angolino e a capire che cosa, in materia di prezzi, sia accettabile e cosa no.

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    1. Grazie per i complimenti. Sì, credo che una politica di trasparenza sui prezzi da parte dei traduttori sia necessaria (non so per gli interpreti perché non è il mio settore, ma credo non ci sia molta differenza) per contrastare questa corsa al ribasso. Io ho preso l’impegno di rinnovare la pagina dei servizi e da metà giugno seguire l’esempio di Francesca e pubblicare i prezzi, mi piacerebbe scoprire, fra qualche mese, che anche altri siti di traduttori hanno iniziato a fare la stessa cosa.

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