Quando si parla di traduzioni il termine intraducibile ricorre con la frequenza di un mantra. Autori molto più autorevoli di me hanno scritto fiumi di parole sul concetto di intraducibilità, quindi non starò qui ad annoiarvi con riassunti semi-copiati delle idee altrui. Personalmente ritengo che quando si parla di intraducibilità la vera mission impossible siano le vignette. Se l’umorismo di per sé è difficile da rendere in traduzione, la difficoltà di mantenere, nel passaggio dalla lingua sorgente alla lingua target, la consonanza con le immagini a volte può essere insormontabile. Per di più, se in un testo “normale” posso inserire una nota esplicativa o un inciso, le battute, si sa, non possono essere spiegate, pena la perdita completa dell’effetto umoristico.
Vediamo un esempio:
Il problema nella traduzione di questa vignetta sta nel fatto che in inglese c’è una distinzione (anche se non così netta come vuole farci credere Tecnicamente Corretto-man) fra “velenoso” riferito all’ingestione o al tocco di qualcosa di velenifero e “velenoso” riferito al morso o alla puntura di un animale o insetto velenifero. Questa distinzione in italiano non c’è, quindi come posso tradurre la vignetta?
La cosa migliore è utilizzare un buon dizionario dei sinonimi e vedere quali alternative ci vengono offerte per “velenoso”. Fra tante si trova un interessante “avvelenato”, che mi sembra abbia in qualche modo una distinzione con “velenoso” che si può utilizzare in modo simile agli inglesi “venomous” e “poisonous”.
La vignetta tradotta risulterà così:
Ovviamente non è l’unica soluzione, all’inizio avevo anche pensato di utilizzare la parola “mortale” giocando sulla sua ambiguità: che è destinato a morire, che provoca la morte.
Il problema sta nel fatto che in italiano nessuno parlerà mai di un serpente mortale.
Ci saranno sicuramente anche altre traduzioni possibili, perché si sa, preso un testo e cento traduttori avrò cento traduzioni diverse, e questo è un altro concetto ricorrente quando si parla di traduzioni.
La vignetta è stata presa dal sito http://www.cheerupemokid.com e potete trovare l’originale qui.
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