Da diversi anni ormai ogni giorno investo almeno un’ora del mio tempo a leggere riviste, blog, articoli e pubblicazioni di vari settori tutti in qualche modo collegati con il settore alimentare, la gastronomia o la nutrizione. Questo mi permette non solo di essere sempre aggiornata sulle novità e i cambiamenti, ma anche di ampliare le mie conoscenze a livello di lessico, cosa che per il mio lavoro è fondamentale. In questo periodo mi sto interessando in modo particolare al mondo dell’alimentazione vegana e vegetariana. Un po’ perché sono due mondi molto lontani da me (carnivora convinta), un po’ perché sono questi i due settori che al momento mi sembrano più innovativi e interessanti, anche da un punto di vista linguistico.
Qualche giorno fa mi sono imbattuta nel termine flax egg, uovo di semi di lino.
La cucina vegana ha la necessità di creare tutta una serie di sostituti ai prodotti di origine animale, per poter cucinare ricette che possano in qualche modo essere simili a quelle “tradizionali”. Con il flax egg si va a creare un composto che in qualche modo possa fungere da sostituto dell’uovo, soprattutto nelle torte e nei biscotti (da quello che ho letto, questo composto non funziona a dovere se servono più di due uova, ma non l’ho mai provato direttamente, quindi non ho modo di confermare o smentire).
I semi di lino sono adatti a questo scopo per la loro caratteristica di essere idrocolloidi, ovvero quando vengono mescolati all’acqua tendono a formare una gelatina che ha la stessa consistenza dell’albume e che come l’albume ha la capacità di dare struttura e di alleggerire i composti. Tra l’altro i semi di lino hanno una certa capacità emulsionante, proprio come il tuorlo dell’uovo, e come questo sono in grado di legare i grassi ai liquidi, infine, una volta macinati, hanno anche una colorazione leggermente giallastra, che può tornare utile in alcune preparazioni che devono il loro colore al tuorlo d’uovo.
I semi di lino sono usati come sostituto delle uova non solo dai vegani, ma anche da chi ha intolleranze o allergie alle uova.
In alternativa ai semi di lino, si possono usare anche i semi di chia per ottenere il chia egg.
Ho cercato in rete varie ricette, ma la preparazione è sostanzialmente sempre la stessa:
1 cucchiaio di semi di lino macinati (interi non formano la gelatina)
3 cucchiai di acqua tiepida
Con queste proporzioni si prepara l’equivalente di un uovo e le stesse quantità valgono anche per i semi di chia, con l’unica differenza che questi ultimi non devono essere tritati.
Da un punto di vista più prettamente linguistico mi incuriosisce sempre la tendenza che ha il mondo vegan di chiamare i suoi prodotti con gli stessi nomi dei prodotti di origine animale.
Se è pur vero che da un lato può essere un modo per attirare i non vegani, è, secondo me, altrettanto vero che non permette ai prodotti vegan di avere una loro identità propria e di non essere sempre e solo finta carne, finto formaggio e finto uovo.
Se c’è qualcosa che ammiro della cucina vegana è la capacità e la creatività incredibile che dimostra nel creare nuovi piatti che non siano la sola verdura cruda o bollita, ma al momento mi sembra che manchi la capacità di staccarsi e avere una propria personalità, il non essere soltanto contro o alternativi ai i prodotti di origine animale, ma la possibilità di essere semplicemente qualcosa di diverso.