Pur non essendo una vera e propria espressione idiomatica, questa frase è sicuramente famosa.
Viene pronunciata da Ebenezer Scrooge, il protagonista di Canto di Natale (A Christmas carol) di Charles Dickens, in risposta agli auguri di Buon Natale di Bob Cratchit, il suo contabile, che ha l’ardire di voler rimanere a casa con la famiglia per Natale.
Questa risposta unisce un’esclamazione di disgusto (bah) alla parola humbug, che significa stupidaggini, cavolate, oggi potremmo anche tradurla con cazzate, ma probabilmente Mr Scrooge è un po’ troppo all’antica per un’espressione così forte.
Le carole, o canti, di Natale sono di origine molto antica. Già diverse centinaia di anni fa intorno al 22 dicembre i popoli pagani festeggiavano con canti, ma soprattutto danze, il solstizio di inverno. Infatti carola (in inglese carol) significa prima di tutto danza.
I primi tempi le canzoni natalizie erano cantate in latino, per questo non piacevano al popolo, perché non le capivano. Fu Francesco D’Assisi nel 1223 il primo a proporre “cantici” in gran parte in italiano volgare che potessero essere compresi dal popolo.
Ben presto l’idea si diffuse in Francia, Spagna e Germania e poi in tutta Europa.
Quando i Puritani iniziarono a governare l’Inghilterra, intorno al 1640, le canzoni e i balli furono vietati, ma la gente continuò a cantare e ballare di nascosto.
Bisognerà aspettare l’epoca Vittoriana, e numerosi cambiamenti, per avere le prime carole inglesi come le conosciamo oggi e Silent Night è una di queste.
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