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Cibo e immagini in sette parole

Cibo e immagini in sette parole


Il rapporto tra cibo e immagini non è certamente una scoperta moderna.
Dalle nature morte (still life) ai quadri di Giuseppe Arcimboldo, l’immagine del cibo è stata ampiamente utilizzata sin dai tempi degli antichi greci.
Soprattutto in epoca medievale, le immagini del cibo hanno quasi sempre una valenza simbolica. Oggi il rapporto fra cibo e immagini è meno spirituale, più teso a mostrare il cibo “al suo meglio”, il momento che anticipa la degustazione, il cibo come assoluto protagonista.

1) Food porn

Il food porn è la dimostrazione più tangibile della moderna ossessione nei confronti del cibo: ormai le immagini del cibo sono quasi più frequenti di quelle del sesso. Piattaforme, app, canali social, la condivisione delle immagini del cibo sembra non avere confini e certamente non vede flessioni. Pinterest, instagram, lo stesso Facebook sono quotidianamente inondati di immagini di piatti prelibati, di preparazioni fatte a regola d’arte, condividere l’immagine di quel che si sta per mangiare diventa quasi più importante della consumazione stessa. Per avere un’idea della dimensione di questa moda provate a cercare con Google la parola food porn, otterrete la bellezza di 37.000.000 di risultati.
I canali di condivisione non sono più solo i “classici” social, ormai nascono piattaforme appositamente dedicate alla condivisione delle immagini di piatti e prodotti gastronomici. La più conosciuta è sicuramente Foodspotting, dove si possono trovare un’incredibile varietà di piatti geolocalizzati nel luogo dove sono stati fotografati.

Proviamo a vedere alcune soluzioni traduttive, per questo termine, che si trova comunemente in inglese. Il dizionario online Reverso, propone gastro-porno, termine poco adatto visto che è la traduzione di gastro-porn, parola nata nel 1977 coniata dal giornalista Alexander Cockburn che l’ha utilizzata in un articolo sul «New York Review of Books» per ridicolizzare la nascente moda dei libri di cucina (cookbook) e riferita in particolare ai piatti di Paul Bocuse. Se il termine gastro-porn nasce alla fine degli anni ’70, la parola food porn nasce nel 1984 dalla penna di Rosalind Coward, che nel suo libro Female desire: women’s sexuality today, definisce come «pornografia alimentare» l’attenzione estrema, quasi morbosa, riservata alla presentazione dei cibi. Perché non usare quindi il termine pornografia alimentare? La soluzione in sé non sarebbe sbagliata, cercando in Google si trovano anche ben 190.000 risultati, tuttavia ho l’impressione che  venga utilizzato con una valenza per lo più negativa.

Non riuscite a resistere alla tentazione di pubblicare fotografie di cibo? I vostri profili social pullulano di immagini di cibo? Conoscete e usate tutte le app per il food porn possibili e immaginabili? Potete a buon titolo definirvi food porner o pornogastrici.
E se volete farvi quattro risate su questa nuova mania collettiva, guardate questo divertentissimo video girato da Ikea.



2) Food photography

Se i food porner fotografano il cibo per divertimento, il food photographer lo fa per professione. Le fotografie che vengono realizzate dal food photographer vengono utilizzate nella pubblicità, per il packaging, nei menu o nei libri di cucina.
In italiano possiamo tranquillamente parlare di fotografia di alimenti e fotografo di alimenti.

3) Food stylist

Il food stilyst ha il compito di rendere il cibo “fotogenico”. Non si tratta semplicemente di un bel impiattamento, si tratta proprio di fare in modo che il cibo che deve essere fotografato resti bello e visivamente appetibile fino alla fine della sessione fotografica e che il risultato sia ottimale anche in fotografia. Il cibo che prepara il food stylist non è necessariamente commestibile, infatti possono essere aggiunte sostanze come vernici, colle, resine e altro per mantenere inalterata la “fotogenia” del piatto.
Nel foodstyling bisogna ragionare sul punto di vista dell’obiettivo, i colori, le texture da far risaltare, i colori degli oggetti.

4) Food-snapping

Di fatto è l’atto di fotografare il cibo. Secondo uno studio, la pratica ossssiva del food-snapping potrebbe essere un indizio di seri problemi nel rapporto con il cibo.

5) Food illustration

Con questo termine, che possiamo tradurre come illustrazione di alimenti, ci si riferisce alle varie tecniche di disegno che hanno per soggetto il cibo. Le illustrazioni possono essere utilizzate, come le fotografie, per libri, riviste, per il web e molto altro.

6) Dish portraiture

Mi sono imbattuta in un articolo, dove il food photographer spiega che lui non si limita a fotografare il cibo (snapping) lui fa dei veri e propri ritratti. Potremmo quindi definirlo un ritrattista del cibo?

7) Food design

Il termine food design può essere reso con progettazione del cibo. Ma cosa significa?
[…] è un termine recente che racchiude il processo di studi progettuali e ricerche che portano alla nascita di nuovi prodotti legati al cibo. Questa disciplina è riconducibile al disegno industriale e si occupa dell’ideazione e progettazione di alimenti, parti di prodotti alimentari complessi e prodotti in qualche modo legati ad essi”.
Nel concetto di food design è compreso l’eating design” ovvero la progettazione degli eventi legati al cibo o al contatto del pubblico con il cibo.
Un’altra defnizione di food design può essere anche: “[…] l’opera progettuale che porta alla realizzazione di un prodotto di food, in tutti i suoi aspetti, tra cui la forma, il colore, la texture e le caratteristiche tipiche del gusto e di sensorialità. L’espressione più alta di questa disciplina è sicuramente l’atto di progettazione puro, che investe tutti gli
elementi che potrebbero comporre un nuovo prodotto alimentare, con studi, analisi e valutazioni. Come espressione più autentica e complessa di questa disciplina si può far riferimento alla realizzazione di una nuova pasta di grano, con una forma o struttura particolare in grado di portare migliorie, rispetto a quelle già presenti.”

E voi, conoscete qualche parola che leghi in qualche modo il cibo alle immagini?
Segnalatele nei commenti.

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