Vi starete chiedendo perché proprio tre libri. Semplice, perché questi tre libri sono collegati tra loro in modi diversi.
Innanzitutto formano un unico discorso su un argomento molto interessante: il decluttering. Decluttering letteralmente significa mettere in ordine, eliminare il superfluo, è il contrario di clutter, riempire alla rinfusa, mettere in disordine.
Nel tempo è diventata una vera e propria filosofia di vita, una vita senza sprechi e senza superfluo, o almeno dove sprechi e superfluo vengono ridotti all’osso, non tanto e non solo per una questione economica, quanto come modo per vivere meglio.
Una sorta di decrescita felice, senza connotati politici.
L’altro motivo per cui questi libri formano un tutt’uno, è che la traduttrice del primo è l’autrice degli altri due.
Il primo libro è Dall’abbondanza all’abbastanza di Courtney Carver, tradotto dalla collega Laura Dossena. L‘approccio più interessante per me, non è tanto quello con gli oggetti o i vestiti, per molti oggetti ho già ridotto le spese all’osso da anni, quello che mi ha colpita di più è l’approccio con i soldi. L’idea di spendere meno per poter lavorare meno e meglio mi ha molto colpita. Per me risparmiare ha sempre significato avere da parte soldi per due motivi: non dover contrarre debiti quando mi trovo a dover comprare qualcosa, avere un fondo per le emergenze. Che non è male come idea generale, però non ha mai eliminato il fatto di cercare di guadagnare sempre di più (o almeno il più possibile). Nel secondo capitolo l’autrice fa due domande che secondo me sono fondamentali per la comprensione dell’intera filosofia che sta dietro al libro: “Cos’è abbastanza per voi?” e “È possibile che lavorare (e guadagnare) meno possa rendervi più felici?”.
Questo mi ha ricordato una frase molto bella di Jose Mujica:
Quando compro qualcosa non la compro con i soldi, ma con il tempo della mia vita che è servito per guadagnarli.
Certo poi si arriva anche a lavorare sugli oggetti, il decluttering vero e proprio che serve a renderci conto di quante siano le cose inutili di cui ci circondiamo.
In questo libro si toccano tutti gli argomenti su cui si può fare decluttering: soldi, tempo, connessione (social, internet, ecc.), cibo, spazio, svaghi.
Il secondo libro è una raccolta di cinquanta post tratti dal blog Minimo di Laura Dossena e si intitola appunto Cinquanta sfumature di minimo.
La cosa davvero buffa, è che ho iniziato a leggere il blog Minimo quasi cinque anni fa, non avevo minimamente idea di chi fosse Laura Dossena, semplicemente sono capitata per caso su questo blog cercando informazioni su Giorgia Cozza e il suo libro Bebè a costo zero (all’epoca ero incinta e in procinto di perdere il lavoro, quindi l’argomento risparmio era abbastanza pressante). Con il blog di Minimo ho scoperto che l’idea di dover spendere meno, di “stringere la cinghia”, poteva essere affrontata in modo meno drammatico di quanto mi si fosse prospettata all’inizio. Non è che perdere il lavoro sia stata una festa, però questo blog e altri libri sull’argomento, mi hanno aiutata a fare delle scelte alternative, la più importante delle quali è stata iniziare a lavorare come traduttrice.
Immagino quindi di dover ringraziare Laura.
Del resto la gratitudine e la necessità di dimostrarla alle persone che direttamente o indirettamente ci aiutano, fa parte dei requisiti per rimanere nel paese dell’abbastanza secondo Courtney Carver.
L’ultimo libro, in realtà non è proprio un libro, è più un’introduzione o una panoramica generale sull’argomento.È un ebook di una quindicina di pagine e può essere considerato un’introduzione a tutto l’argomento decluttering, in fondo Non è ingegneria nucleare.
Se come me lo leggete per ultimo, è una sorta di riepilogo dei due libri precedenti.
In un certo senso nei due libri di Laura Dossena si va oltre a quanto indicato da Courtney Carver, si può fare decluttering anche delle persone, che suona male, fa anche male, ma alla fine vi farà stare decisamente molto meglio:
Chi vi ruba tempo, energie, positività? Chi ha sempre una critica pronta, ma mai nessuna soluzione? Chi si lamenta in continuazione ma non muove mai un dito per migliorare la situazione, anzi, sembra fare apposta a peggiorarla?
Partite da dove preferite, un stanza, una serie di oggetti, le vostre relazioni interpersonali, ma partite con la consapevolezza che il decluttering crea dipendenza e una volta iniziato non vi fermerete tanto facilmente.
* Il titolo è una citazione voluta dei “tre articoli tre” che pubblica ogni venerdì Laura Dossena.
Nota: se siete interessati all’acquisto dei tre libri, potete farlo direttamente dal blog Minimo (qui)