
Quando si parla di Inghilterra in genere si pensa a Londra, la City, il centro finanziario, la città della Regina, di Buckingam Palace, del parlamento, di musei, teatri, ecc., il luogo che da sempre viene considerato il centro della cultura e dell’innovazione d’Europa; per questo pochi si spiegano i risultati della Brexit, non si capisce come sia possibile che la maggior parte degli inglesi, intesi come cittadini dell’Inghilterra, abbiano potuto votare leave. Però se si guarda la cartina dei risultati del referendum (qui), dove il blu rappresenta le zone a maggioranza remain e il rosso quelle a maggioranza leave, appare piuttosto evidente che Londra è piuttosto isolata. È facile dipingere la vittoria del leave come la vittoria dell’ignoranza e della xenofobia; parlando di gente comune, i politici sono esclusi dal discorso, sono più convinta che abbia vinto il senso di non appartenenza al mondo scintillante della capitale da parte della cosiddetta working class, la classe operaia, paradossalmente costituita sia da inglesi “doc”, tra i quaranta e i cinquant’anni, spaventati “dall’invasione” degli immigrati, che da inglesi di seconda generazione altrettanto spaventati dai “nuovi” immigrati. Così per il primo post di Summertime voglio proporvi tre film che parlano di quei cittadini inglesi che secondo me hanno votato per il leave, operai in crisi per la perdita del lavoro, immigrati alle prese con l’integrazione e lavoratori in crisi con se stessi e con la famiglia. Per la trama completa dei film, cliccate sulla copertina.
Cinema d’estate
1![]() | Il film parla dei lavoratori prossimi al licenziamento per la chiusura della miniera di una città di fantasia dello Yorkshire alla fine degli anni ottanta, e del loro attaccamento alla banda di ottoni (brass band) di cui fanno parte, che nel momento di smarrimento resta il loro unico punto di riferimento. Il titolo originale di questo film è Brassed off ed è un gioco di parole fra brass, ottone, inteso anche come sezione di strumenti musicali di un’orchestra e brassed off che significa essere stufo, arrabbiato. |
“George” Khan è un pakistano di fede islamica immigrato in Gran Bretagna, sposato con una donna di origini irlandesi e cattolica e dei loro sei figli, tutti nati in Gran Bretagna. Si parla di differenze culturali, integrazione e xenofobia, di un padre legato alle tradizioni del proprio paese, della propria cultura e religione e dei figli che, di fatto, sono britannici. Il tutto ambientato vicino a Manchester agli inizi degli anni settanta. Come recita il sottotitolo della versione italiana: “Nessuno è più inglese di un pakistano!“ | 2![]() |
3![]() | Cosa ti rimane quando la tua vita va a rotoli, la famiglia è un caos e il lavoro una prigione? Il calcio e il tuo idolo di sempre. Eric è un postino di mezza età che vive a Manchester, e che sembra sprofondare ogni giorno di più nella depressione; fino a quando lo “spirito” di Eric Cantona, suo idolo calcistico, non inizia a fargli da guida e ad aiutarlo a risolvere i suoi problemi con la sua filosofia di vita. |
Libri da spiaggia

Kitchen confidential di Anthony Bourdain è probabilmente uno dei primi libri di cucina non di ricette che ho letto. Questo libro racconta il lato “sporco” delle cucine dei ristoranti, il lavoro duro, le liti e le gelosie di un ambiente che ormai siamo abituati a vedere in modo idilliaco. Chi è cresciuto con le ricette e i consigli di cucina di Wilma De Angelis farà fatica a credere che si parli dello stesso mondo. Nel raccontare dei posti dove ha lavorato, Anthony Bourdain ci racconta di come è arrivato a fare il cuoco e di come abbia toccato la vetta e il fondo quasi contemporaneamente. È un libro interessante e divertente, che racconta in modo crudo e molto diretto “le ragioni per cui non dovete ordinare pesce di lunedì, per cui coloro che preferiscono la carne ben cotta si beccano gli scarti di cucina e la frittata ai frutti di mare non è la scelta ideale per il brunch“.
Playlist
La playlist di questa settimana è in tema con i film che vi ho proposto, si parla quindi di lavoro.