Riflessioni sparse

Comunque anche Leopardi diceva le parolacce

51ysa87nFcL._SX323_BO1,204,203,200_Se volete leggere un saggio che sia al tempo stesso divertente, interessante e scientifico sullo stato della lingua italiana, non potete perdervi questo libro di Giuseppe Antonelli.
Capitolo dopo capitolo vengono analizzati, e puntualmente contraddetti, tutti i grandi allarmi sullo stato della nostra lingua: “Il congiuntivo è morto, il punto e virgola è morto e anche l’italiano – vorrebbero farci credere – non si sente tanto bene“.
In ogni capitolo viene analizzato un punto critico che sembra minacciare la nostra lingua: la morte del congiuntivo, i forestierismi (inglesi in particolar modo), accenti e apostrofi, i neologismi, l’italiano di internet e degli sms, i tormentoni linguistici, il turpiloquio e tutto quello che ogni giorno ci sentiamo dire, sia in procinto di portare la nostra lingua all’imbarbarimento o, peggio ancora, all’estinzione. Il tutto per scoprire che alcuni allarmi sono molto meno moderni di quello che pensiamo, che l’attimino non l’ha inventato la televisione e che, per l’appunto, anche Leopardi diceva le parolacce. Un viaggio nella storia dell’italiano, tra norme e regole che cambiano con il cambiare dei tempi, perché “in una lingua viva la norma non è data una volta per tutte, ma vive in un equilibrio dinamico, che si ridefinisce ininterrottamente in base alla coscienza linguistica collettiva“.

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