
Titolo: I mangiatori di patate
(De Aardappeleters)
Autore: Vincent van Gogh
Anno: 1885
Ubicazione: Rijksmuseum Vincent Van Gogh, Amsterdam
Il quadro
I mangiatori di patate propone una rappresentazione autentica e non emendata della realtà, dove soggetti generalmente ritenuti indegni di rappresentazione pittorica, come i contadini di Nuenen, non sono discriminati in virtù della loro «bruttezza», ma presentati con stile privo di compiacimenti estetizzanti. [cit. Wikipedia]

Il soggetto
Gli europei approdati nelle Americhe che per primi scoprirono le patate, i conquistadores spagnoli, non ne capirono subito le potenzialità.
Chiamata patata perché confusa con la patata dolce, questo tubero era considerato brutto e poco appetibile, tanto da essere inizialmente utilizzato solo come cibo per animali.
Solo verso la fine del XVIII secolo, la crescita della popolazione e la conseguente necessità di trovare un alimento facilmente disponibile ed economico, attirò l’attenzione su questo alimento che fino ad allora aveva avuto una pessima fama: aveva un brutto aspetto, all’epoca le patate erano violacee, per di più cresceva sottoterra, cosa guardata con un certo sospetto. Per di più si riteneva facesse male, cosa non del tutto falsa: le foglie e il tubero che presenta le germinazioni, contengono solanina, un alcaloide tossico.
La diffusione della patata tra la popolazione, si deve a un agronomo francese, Antoine Parmentier, che era stato prigioniero in Germania durante la Guerra dei sette anni (1756 – 1763) e aveva scoperto che le truppe austriache consumavano regolarmente questo alimento sostanzioso e facile da coltivare in quantità.
Di ritorno in Francia, con uno stratagemma spinse la popolazione francese ad accettare di mangiare patate: d’accordo con il re fece mettere dei soldati a presidiare i campi di patate. I contadini si convinsero che le patate erano un cibo prezioso e iniziarono a rubarle e a mangiarle. (Qui a destra un particolare dell’opera).
Secondo me
Questo quadro mi ha molto colpita perché manca l’elemento che solitamente mi attira di più nei quadri: il colore. I toni scuri e la scelta di personaggi dai tratti duri e dalle espressioni tristi a prima vista respinge. Certo, l’intento dell’autore è quello di denunciare le condizioni delle persone più povere della società, ma questo non rende il quadro più invitante. Almeno finché non si inizia a vedere la luce, nel vero senso della parola, che permette di notare tutti gli elementi essenziali dell’opera e di apprezzare l’abilità di Van Gogh che riesce a rendere reale questa scena, nonostante l’uso di pochi colori molto scuri e di poche pennellate di bianco. La luce illumina i volti dei personaggi e la tavola, cosa che fa spiccare su tutto proprio il piatto di patate.
Per approfondire
– https://www.arteworld.it/i-mangiatori-di-patate-van-gogh-analisi/
L’ha ripubblicato su argomentivari.
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