Il padre del movimento futurista italiano è stato un poeta e uno scrittore amante della velocità, un rivoluzionario che ha partecipato attivamente a diverse azioni di guerra, ha avuto un rapporto contrastato con Mussolini e il fascismo e di volta in volta si è allontanato e avvicinato alle idee fasciste, anche se ha sempre rivendicato l’originalità del futurismo rispetto al fascismo.
Tra i tanti testi e manifesti che ha scritto, c’è anche un singolare Manifesto della cucina futurista dove spiega i quattro principi fondanti della cucina interpretata secondo i canoni del futurismo. Inoltre fornisce in undici punti le caratteristiche del pranzo perfetto.
Il primo principio, quello che anima tutta la filosofia culinaria di Marinetti è l’abolizione della pasta.
“La pastasciutta […] lega coi suoi grovigli gli italiani di oggi ai lenti telai di Penelope e ai sonnolenti velieri, in cerca di vento”
La pasta è lenta e genera lentezza, cosa che Marinetti non poteva sopportare. Ma elemento ancora più importante:
“l’abolizione della pastasciutta libererà l’Italia dal costoso grano straniero e favorirà l’industria italiana del riso”
Altro principio fondamentale è lo spazio alla chimica di Stato; Marinetti prevede che il governo fornisca alle persone elementi nutritivi in polvere o pillole per abbassare il costo della vita e dei salari con relativa riduzione delle ore di lavoro. Non bisogna dimenticare che gli anni che hanno portato il fascismo al governo sono stati anni di lotte e disordini sociali perché la classe operaia rivendicava orari e salari più umani.
Ma Marinetti prevede anche il futuro:
“Le macchine costituiranno presto un obbediente proletariato di ferro acciaio alluminio al servizio degli uomini quasi totalmente alleggeriti dal lavoro manuale”
Secondo Marinetti nel tempo libero dal lavoro gli uomini potranno dedicarsi a crescere da un punto di vista culturale ed artistico e a pregustare pranzi perfetti.
Che caratteristiche deve avere un pranzo per essere perfetto?
1) Tavola apparecchiata in modo originale e armonico con sapori e colori delle vivande.
2) Originalità delle vivande.
3) “L’invenzione di complessi plastici saporiti, la cui armonia originale di forma e colore nutra gli occhi ed ecciti la fantasia prima di tentare le labbra”. [cit.]
4) Abolizione di forchetta e coltello.
5) Uso del profumo per favorire la degustazione.
6) Uso della musica, però solo tra un piatto e l’altro, per non distrarre la degustazione.
7) A tavola non si parla, meno che meno di politica.
8) Uso di poesia e musica per sottolineare le caratteristiche di alcuni piatti.
9) Presentazione ai commensali di piatti che non verranno mangiati e che avranno il solo compito di stuzzicare curiosità e appetito dei commensali.
10) Creazione di bocconi con dieci, venti sapori da gustare in pochi attimi.
“Un dato boccone potrà riassumere una intera zona di vita”. [cit.]
11) L’uso di strumenti scientifici in cucina: ozonizzatori, lampade a raggi ultravioletti, elettrolizzatori, mulini colloidali, distillatori e autoclavi sono solo alcuni esempi.
Ma nel concreto che aspetto ha una pietanza preparata secondo la cucina futurista? L’esempio più celebre è il Carneplastico che viene descritto così:
“Il Carneplastico creato dal pittore futurista Fillìa, interpretazione sintetica dei paesaggi italiani, è composto di una grande polpetta cilindrica di carne di vitello arrostita ripiena di undici qualità diverse di verdure cotte. Questo cilindro disposto verticalmente nel centro del piatto, è coronato da uno spessore di miele e sostenuto alla base da un anello di salsiccia che poggia su tre sfere dorate di carne di pollo.”
Nell’idea di Fillia doveva avere un aspetto del genere:
