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Nicolas Appert

canning


Chiunque abbia mai visto preparare, o prepari in prima persona marmellate o conserve, al termine delle operazioni per mettere le leccornie in vaso si troverà ad avvolgere i vasi in stracci per poi metterli a bollire ben coperti d’acqua.

Questo procedimento si chiama appertizzazione ed è stato messo a punto dal cuoco e inventore francese Nicolas Appert tra il 1795 e il 1810.
Prima dell’invenzione di Appert per conservare i cibi si ricorreva all’essiccazione, all’affumicamento oppure alla salagione, metodi che permettevano la conservazione degli alimenti, ma che causavano la perdita degli elementi nutritivi, cosa che poteva essere problematica nei viaggi in nave, con i marinai sempre a rischio di contrarre lo scorbuto. Altri metodi erano la salamoia o la messa sotto aceto, che non consentivano però la conservazione per lunghi periodi e che alteravano profondamente il sapore degli alimenti.

Il problema della conservazione del cibo si fece pressante nel periodo napoleonico quando c’era l’esigenza di rifornire un esercito numeroso che si spingeva lontano dalla patria. Questo portò il governo francese a mettere in palio 12.000 franchi per chi fosse riuscito a trovare un modo per conservare il cibo senza che questo perdesse il proprio potere nutrizionale e semplice da mettere in pratica.
Nel 1810, dopo quasi quindici anni di esperimenti, Nicola Appert presentò la sua invenzione al governo francese che lo premiò con i 12.000 franchi promessi. Nicolas Appert pubblicò un libro, L’Art de conserver les substances animales et végétales , dove spiegava il suo metodo per conservare gli alimenti, libro che ebbe uno straordinario successo.

Nicolas Appert non capì mai fino in fondo la sua invenzione, perché non sapeva che a uccidere i batteri era il calore, cosa che si scoprì più di cinquant’anni più tardi grazie agli studi di Louis Pasteur. Questo non gli impedì di aprire una fabbrica che chiamò “La Maison Appert” e di produrre per primo alimenti in vasi di vetro. Tuttavia il metodo di Appert era così semplice che fu velocemente copiato un po’ ovunque, tanto che sempre nel 1810 Pierre Durant, un imprenditore inglese di origini francesi, prese in prestito l’idea di Appert e la migliorò, sostituendo le bottiglie di vetro, che avevano la pessima abitudine di rompersi, con delle più robuste lattine di stagno. Nel 1813, saranno altri due inglesi, Bryan Donkin e John Hall, ad aprire la prima fabbrica di cibo in scatola.
Anche Appert, nella sua fabbrica, iniziò ad utilizzare lattine di stagno insieme alle bottiglie di vetro e la sua fabbrica continuò a produrre cibo in scatola fino al 1933, circa cento anni dopo la sua morte.

Inizialmente il cibo in scatola prodotto veniva utilizzato esclusivamente dagli eserciti dei vari paesi, bisognerà aspettare la Seconda Guerra Mondiale prima che l’uso si diffonda anche tra la popolazione civile.

Curiosità 1: per aprire le lattine di cibo in scatola, bisognava essere dotati di una certa fantasia e spirito di iniziativa. Questo almeno fino al 1858, quando fu inventato e brevettato il primo apriscatole da Ezra Warner. Prima le robuste lattine venivano aperte per lo più con martello e scalpello o con robusti coltellacci.

WarnerOpener


Curiosità 2: anche se il termine appertization è conosciuto e utilizzato in inglese, è molto più diffuso il termine canning, da can, lattina, barattolo.

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