Food People

Petronilla: una food blogger ante litteram

Oggi voglio parlarvi di una donna che ritengo fantastica. Una donna che può essere considerata una food blogger prima delle food blogger, una delle primissime donne medico italiane, attenta alla correlazione tra cibo e salute, e, ultimo ma non meno importante, un’attenta divulgatrice.

Amalia Moretti Foggia, nasce a Mantova nel 1872. Figlia di un farmacista ed erborista, cresce tra piante medicinali e officinali. Nel 1895 si laurea in scienze naturali e nel 1898 ottiene la seconda laurea in medicina: è la terza donna medico d’Italia. Il risultato è talmente notevole, in un’epoca in cui le donne difficilmente hanno l’accesso agli studi superiori, che la regina Margherita la vuole conoscere di persona e la ospita alcuni giorni a Roma.
petronillaSi trasferisce a Firenze dove lavora per ottenere la specializzazione in pediatria all’ospedale Meyer. Dopo la specializzazione, nel 1899, si trasferisce a Milano, dove, oltre all’impegno come medico, inizierà anche il suo impegno politico e sociale in favore delle donne e dei bambini delle classi più povere grazie alla sua attività in qualità di medico presso l’ambulatorio della Poliambulanza di Porta Venezia, dove lavorerà per quarant’anni. Negli anni Venti il direttore della Domenica del corriere la invita a tenere una rubrica di consigli medici: nasce il dottor Amal. Con questo pseudonimo volutamente maschile, Amalia, tramite la sua rubrica La parola del medico, dispensa consigli di salute, igiene e alimentazione rivolti alle mamme, ma non lo fa dall’alto delle sue due lauree, Amalia definisce la sua rubrica “quattro chiacchiere sulla salute e su quanto può insidiarla, o offenderla, o deprimerla, o recuperarla…“. [cit. in Dall’Ara]. Gli articoli del dottor Amal vengono raccolti in un libro che avrà un successo anche superiore alla rubrica: Le piante alimentari e medicinali del Dottor Amal.
petronilla.3Il successo strepitoso della rubrica di medicina fa sì che, due anni dopo, ad Amalia ne venga affidata un’altra, questa volta di cucina, dal titolo Tra i fornelli. Questa volta sceglie come pseudonimo il nome di Petronilla, in omaggio alla moglie di Arcibaldo, un fumetto pubblicato dal Corriere dei Piccoli.
Grazie anche all’aiuto della cuoca di famiglia, Petronilla suggerisce ricette per una sana alimentazione. Nel 1935 esce uno dei primi libri di cucina firmato da una donna: Ricette di Petronilla. Con questo libro Amalia infrange un altro primato, infatti fino ad allora, salvo rare eccezioni, i libri di cucina venivano tutti pubblicati da uomini, chef famosi, come Pellegrino Artusi perché le donne sono da sempre considerate inadatte al mestiere di cuoco, in quanto ritenute inaffidabili, sporche e impure. Le ricette di Petronilla non sono solo facili da realizzare, gustose e attente a una sana alimentazione, sono anche ricette adatte al periodo di ristrettezze alimentari che ben presto la guerra e la politica dei razionamenti impongono in cucina. Nasce una nuova rubrica, La massaia scrupolosa, dove come dirà Miriam Mafai nel libro Pane nero: “Petronilla suggerisce nuove tecniche e accorgimenti che consentano di mettere in tavola gli stessi piatti di prima ma senza gli stessi ingredienti ormai introvabili. È un vero e proprio inganno al palato, che permette con qualche virtuosismo di servire una crème caramel senza latte né uova, una maionese senza olio, una cioccolata in tazza senza cioccolata, una polenta senza polenta, una torta marghconsigli-petronilla-libro-copertina-incursioni-nel-palazzoerita senza farina, e così via“. Quella di Petronilla è una vera e propria cucina del senza, non per qualche moda del momento, ma dettata dal periodo di crisi e di ristrettezze in cui viveva. Le sue ricette verranno ritagliate e incollate su quaderni e tramandati da madre in figlia per anni. Al primo libro ne seguiranno altri e la sua fama di donna e medico continuerà fino alla sua morte, nel 1947.
Nelle sue rubriche Amalia, come le migliori blogger dei giorni nostri, è attenta al pubblico che la deve leggere, cosa che la porta a scegliere un linguaggio semplice e chiaro a tratti persino ironico e divertente, nonostante l’intento divulgativo. Nelle sue rubriche non mancherà mai di riconoscere il forte legame tra alimentazione e salute e il valore culturale del cibo.


Fonti e approfondimenti:
– R. dall’Ara, Petronilla e le altre. Il mestolo dalla parte di lei, Tre Lune, 1998
– Miriam Mafai, Pane nero. Donne e vita quotidiana nella seconda guerra mondiale, Mondadori, 1987
– Roberta Schira e Alessandra De Vizzi, Le voci di Petronilla, Salani editore, 2010
– Maria Giuseppina Muzzarelli, Nelle mani delle donne. Nutrire, guarire, avvelenare dal medioevo a oggi, Ed. Laterza, 2013

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