Per quanto mi piacciano i cartoni animati in generale e Frozen in particolare, non è di Anna ed Elsa che voglio parlare oggi. Per una serie di coincienze nell’ultimo periodo sto incontrando spesso il termine frozen e mi sono resa conto che è una parola che può facilmente ingannare in sede di traduzione, in particolare se si sta facendo una traduzione nel settore food.
Oggi, nel bel mezzo di una traduzione mi sono resa conto di aver sbagliato a tradurre frozen per ben due volte di fila. Nel tradurre una ricetta sono andata sul sicuro e ho tradotto frozen con congelato (nello specifico si parlava di pesce). Sono andata sul sicuro perché ho passato gli ultimi due mesi ha tradurre un libro su un viaggio in mezzo alla neve, e fra congelamenti e geloni ho tradotto frozen un numero incalcolabile di volte. Fin qui niente di strano, perché le persone congelano e basta. Quando si parla di cibo, però, la traduzione di frozen può prestarsi a due soluzioni: congelato e surgelato. Se in inglese non c’è una distinzione precisa, (guardate su qualsiasi dizionario anche online e troverete indistintamente le due soluzioni), in italiano la differenza è sostanziale al punto da essere ampiamente normata; c’è persino un Istituto Italiano Alimenti Surgelati (IIAS) il cui ruolo istituzionale consiste, cito testualmente dal sito (qui):
[…] nella tutela e valorizzazione dell’immagine dei prodotti surgelati, nel promuovere corretti principi nella tecnica di surgelazione nonché di conservazione e distribuzione allo scopo di favorire la crescita dei consumi di alimenti surgelati in Italia, grazie ad una costante e corretta informazione del consumatore.
In ambito alimentare la congelazione ( o congelamento) e la surgelazione sono due processi molto diversi, il primo si può trovare sia in ambito industriale che casalingo, mentre il secondo ha un ambito prettamente industriale.
Il congelamento è un processo lento che porta gli alimenti a -18° per poi conservarli a -10°/-30°. Nel processo si formano grossi cristalli di ghiaccio che in fase di scongelamento provocano la perdita di molti dei componenti nutritivi e organolettici del prodotto. Il congelamento non è normato e non richiede tecniche particolari, al punto che può essere utilizzato un normalissimo freezer domestico. Il congelamento prolunga la conservazione dei cibi, ma non ne blocca il deterioramento, il che significa che se surgelate qualcosa nel frigorifero di casa potete conservarlo per un po’, ma non all’infinito.
La surgelazione è un processo rapido, che avviene attraverso tecniche ben precise ed è normata per tutta la cosiddetta catena del freddo (produzione e distribuzione)*. Il processo rapido porta alla formazione di microcristalli che non intaccano la struttura degli alimenti i quali, una volta scongelati, sono paragonabili agli alimenti freschi. (fonti: qui e qui).
Capite quindi che bisogna affidarsi al contesto e fare molta attenzione nel tradurre i due termini per non incorrere in errori grossolani, perché se in una ricetta il pesce congelato può ingannare e far pensare al pesce da banco (che solitamente però viene definito decongelato) anziché al pesce surgelato, nella traduzione di una scheda tecnica o di un menù o in una “documentazione ufficiale” la confusione fra i due termini può portare ad errori ben più seri.
- Alcune norme di riferimento:
– definizione di surgelato: decreto legislativo 110/1992 definisce nell’art. 2
– processo di produzione: decreto legislativo n° 110 del 27 gennaio 1992– “pacchetto igiene” costituito dai Reg.CE n°852–853-854 ed 882 del 2004, unitamente al Reg. CE 178/02
ma alla fine come hai risolto? 😀
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Fortunatamente nel testo si citava il nome di una nota (in America) azienda produttrice di surgelati. 🙂
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