Non ho difficoltà a confessare di essere una grande fan di Gianni Rodari. E personalmente penso che sbagli chi lo ritiene “soltanto” un autore per bambini. Il linguaggio ricco delle sue storie e filastrocche, l’uso creativo delle parole, sono un esempio utilissimo per chi abbia la necessità di scrivere per passione o per lavoro. Dalla pratica alla teoria, la “Grammatica della fantasia” è molto di più di una “introduzione all’arte di inventare storie“, come recita il sottotitolo. Attraverso una serie di esempi, o esercizi se preferite, Gianni Rodari insegna non solo a creare delle favole per bambini, ma a come sviluppare l’uso della lingua, come si può giocare con le parole, piegarle, trasformarle in modo creativo, persino inventarle. Rodari insegna come creare limerick, storie al rovescio, insegna a sbagliare le storie (che è anche il titolo di una sua raccolta di racconti), insegna a creare racconti partendo da “cosa succederebbe se…” oppure a creare nuovi finali per le favole classiche con “cos’è successo dopo”. E se rileggendo un vostro testo trovate un refuso, o un lapsus come viene chiamato nel libro? Anche questo può diventare una storia. Come si crea un indovinello, quali parole usare, con che logica collegare domanda e risposta? Di esercizio in esercizio si impara a utilizzare la lingua in molti modi che possono risultare molto utili anche per i traduttori.
“Tutti gli usi della parola a tutti“.
Questo è il motto che propone Gianni Rodari nell’antefatto. Davvero un bel motto!