Cibo e arte

Funghi – Giovanni Segantini

Titolo: Funghi (Pilze)
Autore: Giovanni Segantini
Anno: 1886
Ubicazione: Museo Segantini – Saint Moritz

Il quadro
Giovanni Segantini è stato un pittore italiano esponente del divisionismo, una variante del puntinismo. Nato ad Arco (Tn) si trasferisce a Milano dopo la morte della madre per vivere con la sorella. Dopo un breve periodo in riformatorio scopre la passione per l’arte e si iscrive alle lezioni serali dell’Accademia di Brera. Nei due anni che frequenta l’Accademia conoscerà diversi pittori, tra cui Emilio Longoni, ma soprattutto come Longoni conoscerà il gallerista Grubicy de Dragon che lo sosterrà e ne diventerà il mecenate.
La ricerca della purezza della luce per dare risalto alle sue opere lo porterà prima in Brianza e poi in Svizzera, nel Cantone dei Grigioni, dove resterà fino alla morte.
Nella sua produzione le nature morte rivestono un ruolo importante, Segantini ritiene infatti che siano un ottimo esercizio per allenare lo spirito di osservazione per i particolari e per sviluppare la manualità nel maneggiare il pennello.
Questo quadro fa parte di una serie denominata “Gioia del colore” che comprende diverse opere: il prosciutto, pesci, uova e polleria, funghi e natura morta con carote.
Questo quadro è stato esposto all’Accademia delle belle arti fino al 1969, quando venne trasferito a Saint Moritz, dove si trova anche ora.

Il soggetto
I funghi sono conosciuti e mangiati dall’uomo si dalla preistoria, si trovano infatti rappresentazioni dei funghi anche in alcune pitture rupestri. Nella preistoria però i funghi non venivano soltanto mangiati, alcune specie erano utilizzate per accendere il fuoco e sembra che già allora si conoscessero le proprietà allucinogene di alcune varietà.
Secondo una leggenda greca, Perseo, stanco e assetato dopo un lungo viaggio, si fermò a bere da una sorgente e utilizzò il cappello di un fungo per raccogliere l’acqua. Per gratitudine decise di fondare in quel posto una città: Micene (dal greco mykés, fungo).
Ma ben presto i funghi persero la connotazione magica positiva per iniziare a essere visti come pericolosi e potenzialmente mortali. Già Plinio il Vecchio nella sua Naturalis Historia spiega gli effetti dei funghi velenosi. Sempre in epoca romana si ricorda l’improvvisa morte dell’imperatore Claudio dopo aver mangiato un piatto di funghi, molto probabilmente velenosi e serviti dalla moglie Agrippina che voleva favorire l’ascesa al trono del figlio Nerone.
Una curiosità: la figura di Babbo Natale, i suoi colori, bianco e rosso, l’abbigliamento, l’abitudine di entrare dal camino, richiamano una tradizione sciamanica della Siberia, dove gli sciamani per entrare in stato di trance assumono dei funghi bianchi e rossi, l’amanita muscaria, in occasione del Solstizio d’inverno, per celebrare il ritorno alla luce. Il periodo del Solstizio d’inverno coincide con il periodo del Natale della tradizione cattolica.

Secondo me
È impressionante l’attenzione al dettaglio che si può notare in questo quadro. I funghi vengono riprodotti in ogni piega, imperfezione, “sbucciatura”, ma non solo, vengono riprodotte le crepe del muro, le pieghe del giornale, l’intreccio del cestino, all’occhio attento del pittore non sfugge proprio nulla.

Per approfondire
https://www.settemuse.it/pittori_scultori_italiani/giovanni_segantini.htm
https://lasottilelineadombra.com/2019/03/25/6-opere-giovanni-segantini-divisionismo/

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